COVID-19 TI SENTI SOSPESO? ECCO PERCHE’ E COSA FARE PER SOPRAVVIVERE
Aggiornamento: 24 giu 2020
La pandemia Covid-19 è qualcosa di eccezionale, non unica però, che ha già cambiato le nostre vite.
Come?
Con effetti diretti e indiretti.
Quelli diretti sono sulla salute e l’economia
Quelli indiretti sono sul nostro modo di sentire e di pensare.
Ma siamo pronti ad affrontarlo e accettarlo?
Premesso che cambiare è bello dirlo ma non è così semplice farlo, parlando con la gente e guardandomi intorno, sento uno stato di sospensione diffuso, come se stessimo trattenendo il fiato sull’orlo di un burrone aspettandoci l’arrivo di qualcosa forse pericoloso.
Vorrei farti questa semplice domanda: “Come pensi sarà il tuo futuro?”
Parlando con la gente mi sono accorto che la risposta più comune è: “Boh”.
Va da sé che difficilmente, se non sappiamo cosa stiamo vivendo, potremo accettarlo e meno ancora trovare nuove soluzioni per adattarci alle nuove condizioni.
Anche per me sarebbe "boh", ma provo a dare delle risposte e fare delle proposte.
In questo momento mi sembra di vedere e capire che siamo in uno stato d’attesa diffuso che ci pone in una condizione che io ho chiamato “stato atmosfera[1]”
dal quale è difficile immaginare di ripartire perché ci mancano le coordinate per costruire il nostro futuro.
La mia risposta quindi alla domanda: "Siamo pronti ad affrontare il cambiamento?" è: “No”.
Qual è il nocciolo della questione?
Qui vorrei saltare tutti i problemi sanitari ed economici (enormi!) causati da Covid-19 perché se ne occupano già altre persone ben più preparate di me in materia per ragionare con te sulle conseguenze che proprio queste due situazioni causano o meglio, investono, scusate la generalizzazione, tutti!
Sì, perché se prima la crisi del lavoro ed economica investiva maggiormente la fascia giovanile e comunque non proprio tutte le professioni, oggi mette tutti sulla stessa barca. La bomba covid è una deflagrazione che becca tutti.
Ognuno di noi ha adattato la propria vita sulle idee di: poter essere chi si vuole e soddisfare al più possibile i nostri desideri, poter controllare tutto…
Gli effetti secondari Covid-19 però hanno cambiato gli aspetti più concreti delle nostre esistenze e saranno sempre più evidenti: lavoro, disponibilità economica, relazioni, generando così incertezza per il futuro e per la propria identità. Non tendiamo forse ad identificarci con il nostro lavoro? Es. non tendiamo forse a dire: “Lui/lei è un: insegnante, commercialista, impiegato di …?” e non: “Lui/lei fa: l'insegnante, il commercialista, l'impiegato…?”
Se però dovremo ritarare il lavoro, per esempio, allora dovremo ritarare anche quello dell’essere.
Siamo pronti a farlo?
Pensando a quello che ci ha insegnato uno psicologo USA, George Kelly, e ragionandoci su, possiamo dire che stiamo percependo un’ansia che nasce dal sentirci al limite delle nostre certezze e modo di funzionare che fin qui sono sempre andati bene, ma ora? Ora il momento storico ha rotto tutti gli schemi e di punto in bianco. L'idea che avevamo di molte cose (in psicologia li chiamiamo costrutti) non è più vera. Non è una guerra, non dobbiamo trovare un nemico, ma l’unica via di scampo è quella di riuscire ad adattarci ai cambiamenti della storia, l’alternativa è estinguerci e non è più un problema delle nuove generazioni, ma Covid-19 investe tutti, su tutti i piani e ci costringe a farlo subito.
Ok, dobbiamo cambiare, ma come?
Come dice Trinity in un ormai celebre passaggio del film Matrix: “E’ la domanda… e ti troverà”[3]
Noi possiamo parafrasarlo dicendo: “E’ la domanda e ci ha già trovati… impreparati”.
Non trovando risposte certe, ci sentiamo in quello stato di sospensione, come senza fiato sul ciglio di un burrone, che presto diventa ansia dovuta all’incertezza per il futuro. Così ci possiamo sentire in pericolo e presto spaventati se vedremo che sta andando tutto a rotoli. Il passo alla rabbia poi è immediato e qualcuno la scaricherà su se stesso, dandosi le colpe di tutto o sentendosi inutile e incapace, chi invece sugli altri trovando nemici da distruggere, ma entrambi i modi saranno inutili per trovare la soluzione alla domanda, serviranno solo a lenire per un po' la rabbia che poi riemergerà più forte e angosciante di prima.
Che fare allora?
Beh, la prima cosa che conosco e so funzionare è quella di cambiare il tuo modo di pensare e riconoscere le tue emozioni: ansia, paura, angoscia non sono la stessa cosa e si vivono e affrontano in modo diverso. Inoltre ognuno ha le sue: chi ha l'angoscia di morte, chi l'ansia di perdere le persone amate, chi teme d’essere scoperto e smascherato se perde quello che ha...
Se non lo fai distorci le tue percezioni e quindi rendi impossibile ogni lavoro di controllo, gestione, pianificazione e previsione sulla tua vita.
Se vuoi, prova a dare un'occhiata al mio video "Come le percezioni influenzano il nostro cervello" ti dimostrerò praticamente la cosa verso metà video.
Come si fa?
Registrandoci, come si faceva una volta con le stazioni dell’autoradio.
Mi ricordo che da bambino, quando ero in macchina, capitava si rovinasse il segnale, allora con la manopolina si risintonizzava la stazione per riprenderlo e sentire bene. Ecco dobbiamo fare la stessa cosa come?
1. rivedendo i concetti che abbiamo delle cose (di tutte le cose!) e della vita in generale e riconsiderando in modo nuovo le cose vecchie;
2. imparando a selezionare le esperienze e le cose in modo nuovo;
3. imparando ad organizzare le esperienze e le cose in modo nuovo;
4. imparando a percepire il mondo in modo nuovo (così quello che ci sembrava inutile ieri, potrebbe diventare utile);
5. accogliendo le emozioni che si trasformano e generano idee (in psicologhesco le chiamiamo insight[4] sono le intuizioni)
Eh, lo so che non è facile ed è frustrante, per questo si tende a trovare un bersaglio o un alibi perché è più semplice, ma questo non risolve il problema, annebbia solo la verità ed alla fine ci farà essere dei disadattati.
Cosa puoi fare?
1. Butta giù delle idee, confrontati con te stesso e con gli altri poi tira le somme.
2. Immagina, partendo da te, nuovi modi d’essere e di fare.
3. Cambia il tuo modo di relazionarti con gli altri.
4. Guarda il mondo in un modo nuovo.
5. Guarda dove non hai mai guardato.
6. Soprattutto, guarda le cose nuove e non voltarti.
E’ difficile?
Forse sì, ma non saremmo in questa situazione altrimenti e comunque, cos’hai da perdere? Il punto è che devi adattarti per sopravvivere e tu, come tutti, devi farlo ora.
Io per lavoro faccio proprio questo:
Aiuto le persone a costruire idee e concetti nuovi e sostituirli a quelli che invece ostacolano l'adattamento.
Aiuto le persone a trovare nuove soluzioni.
Aiuto le persone a vedere la realtà (che oggi è diversa da quella di ieri ed è in continuo rapido cambiamento).
Aiuto le persone a riconoscere le emozioni e trasformarle in idee per cambiare la propria vita e vedere, sentire, toccare cose del mondo che non avevano mai visto, sentito, toccato.
Aiuto le persone a vedere i loro nuovi bisogni.
Conclusioni
"Abbiamo bisogno di un nuovo modo di pensare per risolvere i problemi causati dal vecchio modo di pensare" (Albert Einstein)
Spero con questo post di averti dato qualche idea utile o almeno interessante. Se vuoi scrivermi idee, riflessioni o altro alla mia mail: dr.richard@psicologia-semplice.it fallo senza problemi, sarò felice di risponderti. Ciao
#covid-19 #paura #ansia #SARS-CoV-2 #fase-2 #ansioso #trauma #coronavirus ##emergenzacovid19
Approfondimenti
[1] Lo descrivo nel mio libro: Mi aggiorno o mi adatto? Cleup 2017 [2] https://lamenteemeravigliosa.it/teoria-dei-costrutti-personali-kelly/ [3] https://www.youtube.com/watch?v=qyC0vBYQgVo [4] https://it.wikipedia.org/wiki/Insight